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Autovelox: per la Cassazione vanno certificati annualmente

L’amministrazione che ha emesso la contestazione è obbligata a fornire prova della verifica periodica

La Corte Suprema di Cassazione, Sezione Seconda Civile, con l’Ordinanza n. 19732 del 17 luglio 2024, ha ribadito l’importanza delle verifiche periodiche di funzionalità e taratura per le apparecchiature di misurazione della velocità. Questa decisione arriva a seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale dell’art. 45, comma 6, del D.Lgs. n. 285 del 1992 (Corte Cost. n. 113/2015), che impone tali verifiche per garantire l’affidabilità dei dispositivi.
In caso di contestazioni sull’affidabilità degli apparecchi – chiarisce l’Avv. Anita GALLO del Direttivo di Prosumer APSi giudici sono obbligati a verificare che le tarature annuali siano state eseguite, in base al D.M. Infrastrutture n. 1123 del 16/05/2005. Non è sufficiente – prosegue il Legale che opera sull’agro – nocerino sarnese – che l’apparecchiatura sia omologata: è necessaria l’acquisizione della certificazione annuale di verifica, che deve essere fornita dall’amministrazione che ha emesso la contestazione. Questa prova non può essere sostituita da altri mezzi se non dalle certificazioni di omologazione e conformità.

La Corte ha chiarito che il verbale di contravvenzione non costituisce prova sufficiente del corretto funzionamento dell’apparecchio, in quanto non ha fede privilegiata sulla percezione sensoriale degli agenti al momento della rilevazione della velocità. Tale decisione rafforza la tutela dei diritti degli automobilisti, garantendo che le multe siano basate su rilevazioni accurate e verificate.
Questa ordinanza, richiamando precedenti sentenze (Cass. n. 533/2018, Cass. n. 14597/2021, Cass. Sez. 2 n. 6579/2023), sottolinea la necessità di dimostrare con apposite certificazioni il corretto funzionamento degli strumenti di misurazione, indipendentemente dalla modalità operativa degli stessi, automatica o con operatori presenti.

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