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Stop alla circolazione. Airbag Takata (ancora) mortali

airbag crash

L’azienda giapponese è chiusa da anni, ma alcuni dei suoi airbag difettosi mettono ancora a rischio la sicurezza degli automobilisti

In queste ultime settimane l’attenzione mediatica si sta focalizzando sempre più sul caso eclatante legato agli “airbag fantasma“, prodotti dalla società giapponese Takata, già coinvolta in precedenza in scandali analoghi e costretta proprio per questo motivo alla bancarotta nel 2017. Tuttavia, ad esattamente 10 anni dallo scoppio dello scandalo che coinvolse decine di milioni di autoveicoli in tutto il mondo – la stima degli esperti all’epoca fu di circa 100.000.000 di veicoli affetti da rischi concreti ed elevati – complice un commercio globale non adeguatamente monitorato, nel frattempo i dispositivi affetti da criticità più o meno gravi e montati su milioni di autoveicoli nel mondo, hanno continuato bellamente a circolare. Ed è per questo motivo che, su input dei richiami imposti dalle case automobilistiche dell’autorità di regolamentazione della sicurezza dei veicoli statunitense (NHTSA – National Highway Traffic Safety Administration) – oramai all’ennesima chiama per i veicoli dotati di dispositivi della Takata – anche in Europa alcune case automobilistiche si sono decise ad inviare delle comunicazioni agli utenti. Il problema però non parrebbe affatto risolto, anzi…

Secondo l’NHTSA statunitense ci sarebbero stati, solo negli USA, almeno 27 morti ed oltre 400 feriti

Il rischio più serio riguarderebbe, per quanto acclarato e sostenuto da fonti specializzate, nei veicoli di alcune case automobilistiche prodotte tra il 2009 e il 2019 (secondo Stellantis; per lo più tra gli anni dal 2002 al 2015 secondo la NHTSA per i costruttori oltreoceano) in diversi Paesi, fra cui l’Italia. E proprio l’europea Stellantis starebbe richiamando in questi giorni poco meno di 600.000 Citroen C3 e DS3 (QUI il sito) in “alcune aree europee del Mediterraneo”. Il difetto sarebbe legato al deterioramento del propellente interno (nitrato di ammonio senza agenti essiccanti) che, se esposto a condizioni climatiche calde e umide, potrebbe causare un gonfiaggio troppo violento ed incontrollato dell’airbag, fino all’esplosione.

Non è escluso tuttavia il rischio di ferite, qualora i frammenti di metallo della bomboletta che contiene il gas venissero proiettati verso gli occupanti della vettura. Secondo l’autorità americana, negli anni ci sarebbero stati – solo negli USA – almeno 27 morti ed oltre 400 feriti. D’altronde il tenore della comunicazione parla chiaro: “sospendere immediatamente la guida del Suo veicolo“, è questo che intima Stellantis ai propri clienti. Tuttavia ci sono non pochi problemi. Innanzitutto la stessa Stellantis – secondo quanto riferito da Reuters – starebbe estendendo il richiamo preventivamente ad altri veicoli con airbag potenzialmente difettosi ad altri modelli Citroen e DS, oltre che al marchio Opel. Dunque non uno stop alla circolazione come nel caso precedente, ma una sorta di cautela nei confronti dei modelli Citroen C4, DS 4 e DS 5. In secondo luogo, Takata è arrivata a coprire il 20% della produzione mondiale di airbag per cui i suoi prodotti sono stati forniti a molti costruttori di auto. Appena un anno fa, ad esempio, Volkswagen aveva dovuto richiamare 270 mila veicoli per il medesimo problema. Ma anche altri marchi montano i prodotti Takata. Alcune stime di riviste specializzate parlano all’epoca di 100.000.000 di veicoli complessivamente coinvolti in origine. Se – come viene ventilato da indiscrezioni della stampa specializzata – fossero coinvolti anche altri modelli (sebbene per differenti tipologie di rischio) ed addirittura anche anche altre case automobilistiche, il rischio di arrivare a 8-10 milioni di veicoli coinvolti sarebbe reale.

Attualmente si è stimato che le auto di cortesia messe a disposizione del colosso europeo ammonterebbero al 10-15% dei veicoli coinvolti, mentre solo il 10% degli interessati avrebbe ad oggi effettivamente ottenuto la verifica/sostituzione del componente sotto accusa.

Per il momento le Autorità nazionali ed europee non si sono ancora pronunciate. Anche perchè, se come afferma Stellantis, il problema riguarderebbe veicoli prodotti sino al 2019, questo significherebbe che i dispositivi del produttore nipponico sarebbero stati utilizzati dalle case francesi ancora 5 anni dopo lo scandalo mondiale che ne ha poi decretato la bancarotta… Si invitano prudenzialmente i consumatori che utilizzano veicoli immatricolati negli anni interessati a monitorare a mezzo stampa se anche il relativo marchio automobilistico ha realizzato o meno eventuali campagne in atto e/o passate.

Vista la gravità del richiamo, è opportuno che gli automobilisti si affrettino a chiedere la sostituzione degli airbag difettosi – afferma l’avv. Tommaso SCHIANO di COLA dell’Esecutivo di Prosumer APSTuttavia le difficoltà nel prendere appuntamento con le officine autorizzate ed i lunghi tempi di riparazione possono arrecare disagi concreti quando non addirittura veri e propri danni. In tali casi è poortuno rivolgersi ad una Associazione di Consumatori o comunque sollecitare una risoluzione anche attraverso una formale diffida.

Per ulteriori informazioni contattaci adesso.

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